i giochi
I giochi si fanno da bambini.
I giochi si fanno da bambini e si trasformano quando diventiamo adulti.
Ed è in questa terra di mezzo, tra l’essere adulto e l’essere bambino, che i giochi si possono fare pericolosi e perversi.
Crudeli, questi giochi possono far soffrire.
Possiedono l’intensità sfacciata dell’incoscienza.
Ed è in questa terra di mezzo, dove il traguardo promesso è la maturità, che veniamo assaliti da pulsioni confuse.
D’altronde, solo ieri eravamo bambini.
G. si assapora le dita, le piace quel sapore acre, è il suo piccolo segreto.
Nasconde la sua mano tra le pieghe della gonna e poi velocemente se la porta alla bocca.
Chiude gli occhi,
si perde,
si scorda che potrebbe essere vista.
O. è un romantico, crede nell’amore assoluto.
O. non realizza che i suoi sentimenti sono passeggeri mentre l’atto che sta per compiere è irrimediabile.
Bellissimo, prepara da solo il suo ultimo pasto.
R. sta scoprendo il suo corpo.
R. sta scoprendo il suo potere sugli altri.
É irresistibile e indifferente, seduce tutti; l’amico, il maestro, il vicino.
L’incontra in cima alla collina, l’inebria, li consuma e li abbandona.
Osserva con distacco l’amico di famiglia che col viso ancora contorto e verde di vergogna, riprende i suoi stivali e scappa via.
C. vorrebbe solo morire sotto la lama che lo sta liberando.
C. ha superato la prova, ma a che costo?
J. malizioso ascolta un vinile nel soggiorno della nonna.
Per far passare il tempo è da giorni che urina sulle sue rose e dona al cane veleno per topi.
Ora la nonna piange ripiegata sul suo adorato animale.
D’estate il villaggio si desta,
D’estate la folla va in festa.
E dopo la festa R. non sarà più la stessa.
K. crede agli spiriti,
li invoca.
K. vuole andare a Nervi delle Volpi per risvegliare i fantasmi dei bambini scomparsi.
Quella notte, di nascosto, scappa via.
Il fratellino lo segue, con il cuore colmo di un presagio terribile.
G. è una bambina viziata.
G. può tutto, ma tutto non basta mai.
Si annoia con i suoi giochi, si annoia con la vita.
Vuole cacciare come fa il suo papà.
Sotto gli occhi vacui della sua tata e quelli senza morale del commesso sceglie il suo primo fucile.
Il commesso, divertito, si offre di insegnarle a sparare.
Le insegnerà molti altri giochi e G. non si annoierà più.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile1
Un penny per i tuoi pensieri, due penny per i tuoi segreti.
Din, Din.
Apri il tuo scrigno bambina e vieni a giocare con me.
Distesi nel campo, P. e J. non distinguono i confini dei propri corpi.
Sono tutt’uno nella pelle e nella pancia.
Sono di costole.
Inseparabili, si incontrano ogni giorno al calare del sole
e in attesa che arrivi l’alba,
sognano gli stessi sogni.
S. & M. fan dei giochi che non si possono raccontare,
S. & M. sono svaniti nella notte.
Si sono scordati chi erano,
si sono scordati del loro passato,
e la loro innocenza,
l’hanno persa per sempre.
F. è confuso.
F. fa male a se stesso per non far male agli altri.
Nel proprio dolore si ritrova,
nel proprio dolore trova conforto
e,
rannicchiato nella sua solitudine, F. sogna di aironi maestosi.
E questa legge del dolore determina in egual maniera l’importanza per me del mondo e delle cose che lo compongono.2
Con S. non si può giocare,
Solo le strade può spazzare. Nessuno lo vuole,
(dicono che è sporco)
nel sudiciume deve stare proprio come un porco!
Ma questa storia S. non l’accetta
e mentre spazza prepara la sua vendetta.
Per Kai,
Giulia Ruberti